La Indian Chief Classic si dimostra una cruiser super confortevole, vera macinachilometri ed inaspettatamente facile tra le curve.
La Indian Chief Classic è stata una vera sorpresa. Ammetto di averla approcciata in modo molto diffidente, in virtù del fatto che le grosse cruiser yankee sono un pochino distanti dal mio concetto di moto. Anche se, ed in questo la mia anagrafica mi viene sempre più in aiuto, mi rendo conto con ancora maggiore convinzione di amare potenzialmente ogni tipo di moto, ed a fare la differenza è casomai il feeling che riesco ad instaurare con la mia cavalcatura.
Poi, quando si incontra un concessionario come Custom Bros, dove vieni accolto con entusiasmo e vera passione e dove Mauro e Gianluca, conosciuti proprio in quel frangente, ti mettono immediatamente a tuo agio e ti danno completa libertà per goderti appieno la loro possente Chief Classic, tutto diventa più semplice ed anche il timore reverenziale verso qual bianco stallone dal peso di circa tre quintali e mezzo e dal passo più simile a quello di una carrozza del Frecciarossa che di una Moto GP si attenua in un istante fino a scomparire.
La moto da ferma si fa ammirare per un livello di finiture davvero alto, e su tutte spicca l’abbondanza di cromature che ci porta immediatamente col pensiero alla Route 66 ed agli impareggiabili scenari del Coast to Coast per eccellenza. Mi siedo e scopro una posizione di guida meno esasperata di quello che potevo immaginare. Sella ben sagomata, manubrione a corno che ci fa gestire le manovre anche a bassa velocità senza troppo affanno (nonostante il cannotto di sterzo sia la davanti, lontanissimo), le lunghissime pedane che permettono di trovare una posizione naturale delle gambe e poi il bel serbatoio che consente, se mai ce ne fosse bisogno su una moto di questa impostazione, di stingerlo con le ginocchia per innalzare ulteriormente il feeling ed il controllo del mezzo.
Quindi accendo il poderoso 1800cc e parto. Il capitolo trasmissione lo liquido in un soffio perché è semplicemente adorabile: frizione modulabile, cambio dagli innesti leggermente contrastati e secchi, finale a cinghia che è più dolce del miele. Questo si traduce in una guida molto disimpegnata alle basse velocità. Basta superare i 10km/h e la massa della Chief Classic sembra svanire d’incanto, con il largo manubrio che viene d’aiuto per gestire le svolte più secche e soprattutto il grosso Thunder Stroke da 111 pollici cubici che si dimostra morbidissimo ai bassissimi regimi, capace di riprendere in qualsiasi rapporto senza strappi. Considerando la cilindrata unitaria di 900cc appare ancor più un risultato incredibile. Effetto on-off inesistente, manco a dirlo. Le sospensioni dimostrano grande capacità di filtraggio a tal punto che si sarebbe indotti ad immaginare una escursione alla ruota bel più ampia rispetto a quella reale. Merito evidentemente della qualità degli elementi impiegati (a proposito al posteriore troviamo un moderno monoammortizzatore in luogo delle più classiche doppie molle). Alle basse andature ricordiamoci di stare attenti all’ingombro trasversale del manubrio, allo scarso angolo di sterzo ed al fatto che prima di fare manovra sarà sempre meglio studiare bene le pendenze, visto che la retromarcia assistita non è prevista. I freni, invece, si dimostrano facili alleati nel gestire le decelerazioni alle basse velocità, garanti di una modulabilità molto elevata.
Ma è nelle trasferte a media velocità che questa cruiser dimostra tutta la sua innata natura di macina chilometri, offrendo un comfort altissimo ed un impegno nella guida ridotto. Il motore risulta ancora di più il grande protagonista, qualsiasi sia la velocità, una volta inserita la sesta basta ruotare l’acceleratore per sentire la moto spingerci in avanti con decisione. Si rimane affascinati dalle vibrazioni a bassa frequenza con cui questo imponente bicilindrico ci culla ogni volta che ruotiamo la manetta destra (vibrazioni che spariscono del tutto una volta arrivati intorno ai 2500 giri), mentre la ciclistica permette di danzare tra le curve confidando su un setting di base confortevole ma comunque sostenuto nella seconda parte dell’escursione, che significa poter sempre avere sotto controllo quello che sta accadendo sotto le ruote. Sia chiaro, la guida più redditizia prevederà il disegno di traiettorie quantomai rotonde. Inutile entrare in curva con i freni ancora pinzati, servirebbe solo a scomporre inutilmente l’assetto e rallentare il ritmo. I freni risultano potenti quanto serve per arrestare la nostra Indian in pochi metri, piuttosto nelle decelerazioni più importanti su fondi non perfettamente pianeggianti l’ABS sembra attivarsi con fin troppa solerzia. A proposito, non facciamoci prendere troppo la mano, pena inevitabili grattate delle generose e basse pedane.
In autostrada valgono le positività emerse nella guida sul misto, con un vantaggio davvero gradito relativo alle insospettati doti di stabilità di questa cruiser (vista la taratura tendente al comfort delle sospensioni), che si dimostra capace di mantenere la traiettoria impostata anche in presenza di giunzioni trasversali e crepe longitudinali. Sempre poco lo sforzo fisico richiesto per farla svoltare. Inevitabile aspetto meno positivo la completa assenza di qualsiasi appendice aerodinamica che ci possa proteggere dal flusso d’aria che inevitabilmente finisce per colpire senza pietà busto, braccia e testa. Ma lo sappiamo, i 130 km/h non sono fatti per piacere a moto come queste.
Dopo una bellissima giornata passata insieme a questa imponente e docile Indian Chief Classic, rientro alla Custom Bros davvero soddisfatto di averla potuta cavalcare con grande spensieratezza.
E se vi piace il filone, a breve altre novità…