La Ducati Multistrada 950 ci fa divertire nel misto ed in città. A suo agio anche nelle veloci trasferte autostradali. Camaleontica!
Sicuramente una delle moto più attese di questo 2017, la nuova Multi 950 non delude le aspettative.
La posizione di guida è quantomai ergonomica e poco affaticante, caratterizzata da una sella di generose dimensioni, ben imbottita, senza per questo essere cedevole, un bel manubrio in posizione rialzata, appena più largo delle nostre spalle, pedane dove te le aspetti, centrali e quel tanto distanziate dalla sella da mantenere le gambe morbidamente flesse. Proprio per il gusto di fare il guastafeste, avrei preferito trovare le svasature del serbatoio appena più rastremate soprattutto nella zona a contatto con la sella. Ma a scanso di equivoci parliamo sempre di un grande feeling concesso da questa moto sin dai primi metri.
Il motore, testastretta 11° da 937cc omologato Euro4, che già avevo guidato sulla Hypermotard 939, è davvero godibile nell’utilizzo stradale. La potenza di 113 cavalli permette di divertirsi in ogni circostanza e di ruotare con una certa disinvoltura la manetta del gas senza per questo doversi preoccupare con troppo affanno di quello che accadrà nei metri successivi, e la bella schiena ai medi (a proposito coppia massima di circa 10kgm a 7750 giri/min), in tipico stile ducati, permette in molte circostanze di viaggiare con il classico rapporto in più, a tutto vantaggio di una guida comunque sportiva ma fluida, dall’impegno fisico (e mentale) ridotto, che sembra centrata anche per la bella ciclistica che equipaggia questa Multistrada 950. A questo proposito l’imponente forcella Kayaba completamente regolabile a steli rovesciati da 48mm mi ha davvero stregato. Ed a mio parere, insieme alla ruota da 19″ anteriore, contribuisce non poco a rendere il carattere di questa moto così camaleontico. Questo significa che alle basse andature tipiche della città l’anteriore funge da filtro efficacissimo, riuscendo a digerire tutte le irregolarità e mettendo in luce una scorrevolezza della forcella notevole (escursione ruota anteriore e posteriore 170mm). La ruota da 19″ aiuta ad avere quel sostegno in più, o almeno la mia mente attribuisce al diametro maggiorato quel senso benefico di accresciuta stabilità e direzionalità che si riesce ad avvertire sin da velocità ben inferiori a quelle del limite imposto per legge in ambienti urbani.
Ma è nel misto che avviene la trasformazione. E vi dico che sono stato davvero stupito, perché questa estrema scorrevolezza alle basse velocità mi lasciava presagire un comportamento dinamico tra le curve un pochino in stile dual sport anni 80, ve le ricordate, le mitiche mono 600cc ed oltre con le quali potevi fare di tutto, ma che inevitabilmente sul guidato denotavano un beccheggio non indifferente. Invece la nostra Multi 950 dimostra di saper essere gratificante anche tra le curve. Anzi, vi dirò, divertentissima. La forcella nella seconda parte dell’escursione risulta più contrastata, anche l’idraulica sembra davvero ben tarata facendola sempre ridistendere con la giusta velocità, e dopo qualche chilometro ti ritrovi a guidarla come fosse una naked di razza, frenando, quando serve, sin dentro la curva, potendo contare su una comunicativa dell’avantreno di alto livello, complice evidentemente anche il grip offerto dalle Pirelli Scorpion Trail II di primo equipaggiamento, che donano grande confidenza, un bell’appoggio, nessun effetto autoraddrizzante ed una discesa in piega molto regolare.
L’impianto frenante, dove spiccano le pinze ad attacco radiale Brembo M4.32 accoppiate a dischi semiflottanti da 320mm offre una modulabilità da riferimento, e si lascia gestire alla leva con un solo dito, sia che si debba centellinare da potenza decelerante in entrata di curva, sia che si tratti di una frenata d’emergenza.
Quando li davanti hai una forcella così ben calibrata, pneumatici super, ruota da 19″, freni di altissimo livello, e tutte queste positività sembrano costantemente parlare tra di loro per trovare in ogni circostanza la migliore intesa, il resto inevitabilmente (e magari anche ingiustamente) appare di contorno. Non me ne voglia, in questo senso, il retrotreno, che funziona egregiamente, non si accuccia mai nemmeno nelle ripartenze più violente, garantisce comfort e prestazioni in ogni circostanza a tal punto che te lo dimentichi e rimani focalizzato unicamente su cosa stia succedendo sotto la ruota anteriore.
Per completezza la frizione è super modulabile, gli innesti del cambio poco contrastati, anche se è meglio agire sempre con una certa decisione per evitare involontarie sfollate.
In autostrada si apprezza la buona protezione aerodinamica (solo il casco rimane esposto all’aria, ma nulla di realmente fstidioso), la coerenza dell’assetto che si fa garante di una stabilità molto rassicurante ed il motore, muscoloso già dai medi, che anche in sesta garantisce riprese sempre decise limitando, se non annullando, l’uso del cambio.
Le finiture sono molto curate, ed aumentano il senso di qualità percepita di questa Multistrada 950.
Per ciò che riguarda l’elettronica con una battuta potremmo dire che questa Ducati ha davvero tutto, cornering ABS a parte. Il motore è decisamente a punto, nessun effetto on-off, molto progressivo, regolare a partire dai 2500 giri anche con le marce alte, bellissima spinta ai medi, e così ci si ritrova spesso a viaggiare anche in città con il ride mode “Sport”, il più appuntito, che restituisce la piacevole sensazione di avere un comando molto diretto ai comandi dell’acceleratore (soprattutto alle piccole aperture) come se al ride-by-wire si sostituisse un più classico comando a cavo a corsa corta.
Voglio ringraziare Ducati Roma per avermi dato la possibilità di apprezzare con un lungo test ride tutte le qualità di questa affascinante crossover.